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Quello che chiamo Neorealismo visivo non è una scuola, né una intenzione estetico-teorica predeterminata che si declina in una pratica. Non ha un manifesto pubblicato su un quotidiano francese, né un fondatore. Non ha una data d’inizio. Si tratta piuttosto di un fenomeno da ricostruire, di una cognizione che parte >…

Pubblichiamo un estratto da Logiche dello sfruttamento. Oltre la dissoluzione del rapporto salariale, il saggio di Federico Chicchi, Emanuele Leonardi, Stefano Lucarelli, in libreria in questi giorni per le edizioni ombre corte (pp. 126, euro 12,00). Lo sfruttamento è ancora oggi la chiave imprescindibile per comprendere il capitalismo e le >…

La trascrizione integrale, commentata e corredata da una bibliografia, dell’intervista radiofonica condotta per la SWR da Klaus Figge e Dieter Groh (Carl Schmitt, Imperium. Conversazioni con Klaus Figge e Dieter Groh 1971 Quodlibet, 2015) e andata in onda il 6 febbraio 1972, mostra (secondo le intenzioni dello stesso Schmitt, un >…

Appare davvero difficile non vedere la narrazione di Fuocoammare come qualcosa di diverso da quel lungo festival di vittimologia, buoni sentimenti e paternalismi umanitari attraverso cui il cinema italiano codifica sin dagli anni Ottanta l’esperienza migratoria  La rappresentazione delle migrazioni nel cinema italiano continua a restare piuttosto problematica. Ultimo esempio >…

A quindici anni esatti dall’ultima volta in cui era accaduto, ovvero dai tempi de L’arte e la sua ombra (2000), il filosofo ed estetologo Mario Perniola torna con un libro prettamente incentrato sui temi delle arti visive contemporanee, L’arte espansa (Einaudi, 2015). L’occasione è data dal profondo sconvolgimento che la >…

L’8 marzo del 2008 Pippa Bacca, nome d’arte di Giuseppina Pasqualino Di Marineo, dà avvio al progetto artistico Brides on Tour-Spose in viaggio, realizzato con Silvia Moro. L’azione prevede che l’artista, vestita da sposa, attraversi in autostop undici Paesi segnati da conflitti sociali e povertà, sino ad arrivare a Gerusalemme, >…

Vorrei partire dall’aggettivo di quest’opera – viva. E vorrei partire da questo aggettivo perché gli utopici gesti linguistici devono essere riconosciuti. Sappiamo, infatti, che ogni utopia è tanto più suscettibile di realizzazione quanto più la sua ripetizione, anche linguistica, è riconosciuta, e condivisa. E merita riconoscimento pensare che possa esserci >…

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