Fisica, Chimica, Biologia ed Ecologia del Nuovo Abitare
La Cura ai tempi del Coronavirus #6
La necessità di riposizionare la malattia nella nostra società torna ad essere un fatto di primaria importanza come mai in questi giorni in cui il pianeta è colpito da un’epidemia di portata globale. Ce ne dà l’occasione di nuovo, dopo 7 anni, Salvatore Iaconesi. La performance de La Cura continua con una tragica e peculiare sincronia, nel momento in cui tutti quanti possiamo trarne più beneficio e coglierne l’opportunità, insieme.
In questa serie di articoli l’autore pone le basi per una nuova Cultura Ecosistemica che trova il luogo materiale e immateriale per sperimentare le forme di un «abitare iperconnesso» in HER she Loves Data: il centro di ricerca di nuova generazione dedicato alla cultura dei dati fondato da Iaconesi e dalla sua compagna, Oriana Persico. Leggi gli articoli precedenti.
Nell’ultimo articolo abbiamo descritto le geometrie del centro di ricerca e le loro evoluzioni.
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Tra le domande che ci ponevamo erano quelle che riguardavano il come chiamare l’istituzione di ricerca per rispecchiare queste geometrie che stavamo disegnando. A riguardo sono arrivati molti suggerimenti tra cui spiccano “comunità diffusa di ricerca” e “attrattore di ricerca”, riferendosi alle geometrie degli Attrattori – e, in particolare, di quelli strani –, che sono degli insiemi dinamici di punti che, dato un tempo sufficientemente lungo, tendono a convergere ad una certa forma, anche se in maniera perturbata. Un attrattore è una figura limite: due attrattori non saranno mai, in generale, la stessa cosa: proprio come due foglie o due mulinelli nell’acqua. Sono tipici della vita.
Tutte queste forme sono importanti da definire, perché iniziano a definire una fisica di queste nuove istituzioni della ricerca, per come vivono e funzionano in quanto sistema isolato, e per come interagiscono e si muovono stabilendo relazioni con altre organizzazioni e con la società, nell’ambiente, descrivendo il Nuovo Abitare.
In questo modo stiamo stabilendo quali possano essere le leggi fondamentali in questi contesti. Ad esempio, abbiamo definito una legge molto importante, che potremmo chiamare il Teorema della Spirale Performativa della Conoscenza nel Nuovo Abitare:
Sia dato un qualsiasi elemento di conoscenza K. Se K è soggetto a interazioni sociali S, K sarà esposto a forze centrifughe FC(S) tali da farlo interagire e reagire con altri elementi di conoscenza Ki diversi da K, con una probabilità P(S,Ki) di generare elementi di conoscenza ancora nuovi. Al contrario, in mancanza di tali interazioni sociali S, K sarà esposto a forze centripete che Fc(S) che tenderanno a comprimere K verso un punto, di dimensione nulla e con capacità di creare nuova conoscenza P(S,K) tendente a zero.
Se non è interagita e se non è tramite per la formazione di relazioni, la conoscenza svanisce, diventa nulla. Nell’articolo precedente abbiamo identificato diverse cose che vanno nella direzione del poter definire la Fisica del Nuovo Abitare, per esempio:
- una forma aperta a spirale (di cui, però, ci ponevamo ancora il problema dell’unico centro/origine)
- che si evolve nel tempo
- che può contenere contraddizioni
- che può contenere ontologie a più dimensioni
- di rete (networked knowledge, networked writing)
- a più stati, che cambiano dinamicamente nel tempo e nei contesti
- performativa (se non viene performata “muore”, nel senso che rimane solo a documentare la storia)
- non solo umana (può essere prodotta anche da agenti non umani e computazionali)
- multi-prospettica (se la uso io, assomiglia un po’ più a me, e posso indossare altri punti di vista, o generare altri punti di vista)
- relazionale (mostra anche come è agita nell’intimità, nella comunità e nella società)
Questi ed altri sono tutti candidati ottimi, e potremmo iniziare a formulare gli assiomi, i teoremi, e a combinarli nelle prime dimostrazioni. Nota: nel seguito teniamo sempre bene impresso cosa intendiamo per il Nuovo Abitare.
Il Nuovo Abitare è quella condizione in cui vige una nuova cosmologia, in cui gli esseri umani non sono al centro, ma parte di una rete dinamica di attori e agenti differenti: umani, non umani, computazionali, con personalità giuridica, piante, animali, attori complessi come boschi, foreste, mari. In questo nuovo abitare i dati – che non sono più “quelli di una volta”, non sono solo “da contare”, ma sono importanti perché hanno una forma – e la computazione – che ci aiuta a vedere le forme dei dati – hanno un ruolo molto importante. Dato il carattere globalizzato del mondo in cui ci troviamo, i nostri sensi non bastano più a comprendere ciò che ci circonda. Perché ciò che ci circonda si può solo comprendere attraverso enormi quantità e qualità di dati, con cui solo gli agenti computazionali hanno la capacità di avere a che fare. Servono nuove sensibilità, per portare queste nuove dimensioni nei domini del sensatile. Nel Nuovo Abitare servono nuove alleanze con i dati e gli agenti computazionali.
Date queste leggi fondamentali, a un certo punto, ci potrebbe però venire voglia di sporcarci un po’ le mani, e cercare di iniziare a capire la chimica, la biologia e l’ecologia di questo nuovo abitare, per capire, rispettivamente, le caratteristiche di questi elementi di conoscenza e degli attori che li maneggiano, e poi come questi si aggreghino e si comportino come sistemi vivi – come organismi – e di come interagiscono con il resto del vivente e del non vivente.
Nota: a un certo punto dovremo iniziare ad occuparci di un discorso cosmogonico/cosmologico. Dobbiamo anche iniziare ad occuparci dell’astronomia e dell’astrologia della Nuovo Abitare?
La chimica
La chimica (da kemà, il libro dei segreti dell’arte egizia, da cui l’arabo “al-kimiaa” “الكيمياء“) è la scienza che studia la composizione della materia ed il suo comportamento in base a tale composizione. Parte dalla fisica per comprendere come si aggregano le particelle fondamentali, come reagiscano per formare nuovi composti, e quali caratteristiche derivino da tali composizioni: quali reazioni possono avvenire o no; quali siano le caratteristiche dei materiali; e così via. Se la Fisica studia il Come, la Chimica studia il Cosa.
Nel nostro caso la Chimica del Nuovo Abitare ci permetterebbe di capire quali sono le particelle elementari che interagiscono per la formazione dei dati, dell’informazione e della conoscenza, quali forze si stabiliscono tra di loro, come si uniscano in atomi, molecole, materiali. Fino poi ad arrivare a delle applicazioni anche pratiche, ad esempio una sorta di scienza dei materiali, per capire quali combinazioni possiamo utilizzare per quali applicazioni.
Non dobbiamo fare tutto insieme, e magari fra un po’ capiremo che la particella che pensavamo essere elementare in realtà non lo è, o che abbiamo bisogno di una meccanica quantistica della conoscenza. Ma va bene così: facciamo un passo per volta.
Questo processo possiamo farlo per la conoscenza in generale, o possiamo applicarlo al nostro dominio di interesse. Nel seguito, per maggior concretezza, faremo in questo secondo modo, analizzando la Chimica del Nuovo Abitare.
Atomi e molecole
Quali sono le particelle elementari? Per esempio, potrebbero essere le idee, i concetti (per esempio un dato, un’informazione, un elemento di conoscenza) e gli attori che ci hanno a che fare, che siano umani (come un ricercatore, o un cittadino) o non umani (come un’azienda, o un’IA, o una pianta a cui posso attaccare dei sensori, e così via).
Questi si potrebbero legare, a formare degli atomi: tra i più semplici, per esempio, un essere umano (un protone) che esiste con il suo un dato (un elettrone). Nella chimica, gli atomi esistono in diverse varianti (es: ioni): è la stessa combinazione, ma un po’ diversa e, quindi, ha anche caratteristiche differenti, e quindi dà luogo a reazioni diverse.
Alcuni atomi, particolarmente pesanti (perché magari sono il frutto di diversi dati che esistono con più attori diversi, magari in forma ionizzata), possono generare una radiazione: sparano particelle di base che interagiscono con altri aggregati di attori o concetti, modificandoli.
Legami chimici e forze di attrazione intermolecolare
A livello della chimica del nuovo abitare, quindi, esistono delle forze, delle tensioni, delle compatibilità, tramite ionizzazione, polarità, orientamento, e così via, che fanno sì che le particelle si uniscano o separino, formino legami o si respingano, o che addirittura tendano ad organizzarsi in trame, reticoli o cristalli.
Questo avviene sia al livello delle particelle elementari, sia verso l’esterno. Verrebbe da dire che ci sono forme più probabili di altre. A livello delle particelle elementari – per esempio, e tornando al nostro tema di indagine – potremmo osservare che alcuni modi di accoppiare esseri umani, dati, agenti computazionali e attori non umani si incastrano particolarmente bene, tanto da diventare dei building blocks per altre strutture.
Stati e aggregazione della materia, composti chimici e miscele
In ogni caso, gli atomi in natura non si trovano isolati, ma uniti ad altri, a formare le molecole. In questo caso le molecole possono essere piccole (una singola teoria, per esempio, composta da degli attori e dei concetti che si incastrano bene insieme), oppure anche molto grandi (per esempio una intera scuola di pensiero, in cui un reticolo di atomi, o addirittura un cristallo, formano una sostanza o un materiale, con delle specifiche qualità).
Inoltre, al cambiare delle condizioni fisiche, possono anche cambiare stato, e diventare solidi, liquidi, gassosi, plasma. Ciò vuol dire che, proprio come un diamante è diverso dall’acqua, certe combinazioni di questa materia della conoscenza sono più adatte a fare certe cose rispetto ad altre, arrivando ad una sorta di scienza dei materiali applicata al conoscere, e a come il conoscere nasce nella società e nell’ambiente.
In questo contesto ciò vuol dire che è possibile comporre degli assetti delle componenti di base e dei loro agglomerati, che ottengono diversi risultati. Per esempio, diversi modi in cui attori generano, elaborano, rappresentano e si riuniscono intorno ai dati possono essere combinati per ottenere dei risultati particolari. O – altro esempio – i dati medici di un paziente possono essere composti in due molecole differenti (in cui vengono visualizzati o sonificati), e diverse di queste molecole possono essere composte per descrivere quello che avviene in un ospedale, in un museo, in un territorio, e così via.
Reazioni chimiche
Potremmo, poi, passare a descrivere un aspetto più dinamico: come interagiscono le molecole tra loro? Come si comportano nel tempo e nello spazio? Quali azioni e reazioni hanno? Questo è un campo molto esteso. Riguarda sia la naturale evoluzione delle molecole e dei composti, sia il fatto di stimolarle volutamente, per esempio tramite un esperimento.
Come sappiamo, le molecole reagiscono con le componenti presenti nel loro ambiente: ad esempio si ossidano, o si contaminano in presenza di radiazioni, fino addirittura a mutare. Nel nostro caso, quindi, si potrebbe ipotizzare che un processo simile potrebbe capitare disseminando l’ambiente di dati, informazioni, computazione e opportunità per l’interazione (affordance).
Come? Per esempio tramite la comunicazione, il design e l’arte. Ciò potrebbe avvenire sia nell’ambiente, che sotto forme controllate, in “laboratorio”, per ottenere reazioni particolari.
La Biologia
Nei paragrafi precedenti, abbiamo più volte alluso al concetto di vita. Potremmo quindi ambire a studiare la Biologia del Nuovo Abitare. In realtà potremmo partire anche da un po’ prima, notando che anche nella chimica si pone un’attenzione specifica a ciò che porta alla vita, per esempio studiando ciò che porta alla vita: il carbonio e la sua capacità di legarsi a formare i gruppi funzionali che poi danno origine ai composti organici, in tutte le loro varietà (i composti aromatici, i composti ciclici, le biomolecole – quali carboidrati, amminoacidi, proteine, lipidi e acidi nucleici DNA e RNA – e i polimeri).
Qual è il parallelo che potremmo usare per discernere quali forme del Nuovo Abitare possiamo descrivere come vive? Se fossimo in grado di sciogliere questo nodo, magari facendo anche solo una ipotesi da migliorare in seguito, saremmo già un pezzo avanti, e potremmo ricavare a ritroso gli elementi che ci servono. Per fortuna la Biologia ci offre numerosi appigli.
La biologia (dal greco βιολογία, composto da βίος, bìos = vita e λόγος, lògos = studio) è la scienza che studia la vita, ovvero i processi fisici e chimici dei fenomeni che caratterizzano i sistemi viventi, inclusa la loro biochimica, meccanismi molecolari, genetica, anatomia, fisiologia, nonché processi emergenti come adattamento, sviluppo, evoluzione, interazione tra gli organismi e comportamento.
La biologia studia gli Organismi viventi. Per identificare se ciò che abbiamo davanti è o meno un organismo vivente la biologia di dà molte indicazioni.
Ernst Mayr, ci dà una definizione molto precisa: se nel mondo dell’inanimato è sufficiente rispondere alle leggi universali della fisica, in quello della biologia, per chiamare un essere “vivente” è necessario che questo risponda anche al suo codice, ai suoi programmi genetico ed epigenetici, per come sono ereditati dalle generazioni passate, mutati, attuati grazie ai fattori dell’ambiente.
La biologia identifica alcune caratteristiche comuni a tutto quello che possiamo definire vivo:
- Ordine (da cui derivano la cellularità e la complessità)
- Codifica (da cui deriva il suo essere basato sull’informazione)
- Regolazione (risulta in grado di mantenere autonomamente l’omeostasi)
- Crescita e sviluppo (in autonomia, messo che esistano e siano reperibili risorse sufficienti)
- Energia (da cui deriva il suo metabolismo)
- Irritabilità, Sensibilità o Motilità (da cui deriva la capacità di interazione tra simili e con il resto dell’ambiente)
- Capacità di riprodursi (il processo riproduttivo, che deve dare luogo a organismi fertili)
- Capacità evolutiva (orizzontale / verticale – genetica – e ambientale – epigenetica –, da cui deriva la capacità di adattamento)
Tornando al Nuovo Abitare, potremmo iniziare a cercare quelle combinazioni di molecole e sistemi – e quindi tra attori umani e non umani, dati / informazione /conoscenza, computazione e elementi dell’ambiente – e le loro combinazioni che manifestano sistematicamente tutte queste caratteristiche.
Per esempio: come potrebbe essere fatta una Scuola, composta da attori umani e non umani, dati / informazione /conoscenza, computazione, elementi dell’ambiente e loro combinazioni, che fosse capace di esprimere queste caratteristiche?
Questo tipo di studio si potrebbe estendere all’azienda, ai territori, alle famiglie, e ad altri sistemi grandi e piccoli nella nostra società, fondando la Biologia del Nuovo Abitare.
L’Ecologia e la sua Costruzione
L’ecologia (dal greco: οἶκος, oikos, casa o anche ambiente; e λόγος, logos, discorso o studio) è l’analisi scientifica delle interazioni tra gli organismi e il loro ambiente. L’oggetto di studio dell’Ecologia sono pertanto gli ecosistemi:
- i processi biogeochimici, le interazioni tra organismi, e le strategie adattative
- il trasferimento di materia, di informazione e di energia attraverso gli ecosistemi
- le dinamiche evolutive degli ecosistemi
- la biodiversità.
Lo studio dell’ecologia include tutti i precedenti, e ne ha bisogno.
L’Ecologia del Nuovo Abitare non fa eccezione: per poterla concepire si ha bisogno tanto della Fisica, della Chimica e della Biologia del Nuovo Abitare. Con una interessante accezione, perché queste tre discipline sono nativamente transdisciplinari, perché uniscono le Scienze, la Comunicazione, la Tecnologia, la Società, la Cultura, il Design, l’Arte.
Disposti i sistemi “vecchi” e “nuovi” nell’ambiente, come si comportano? Come interagiscono? Come si scambiano energia, informazione e materia ? Come si adattano e con quali implicazioni? Come si trasformano? Per attuare lo studio dell’Ecologia del Nuovo Abitare, quindi, rispetto alla situazione attuale, abbiamo bisogno di diversi nuovi elementi.
Primo tra tutti un qualche sistema in cui tutti i tipi di attori coinvolti si possano rappresentare e agire. In passato abbiamo lanciato il concetto degli Ubiquitous Commons (UC) che è un sistema di identità variabili (individuale, anonimo, collettivo, temporaneo, transitivo e combinazioni) in cui ogni forma di identità può associarsi esistenzialmente (nel senso che fanno parte del proprio essere e del proprio agire nell’ambiente) dei dati, delle informazioni, dei saperi o dei contenuti. In questo modo si può avere a che fare
- tanto con identità umane (ad esempio individuali),
- quanto con agenti computazionali (ad esempio, posso assegnare un’identità digitale a una IA),
- quanto aziendali (dipende da come lo interpreto: ad esempio potrei interpretare l’azienda come l’identità collettiva corrispondente ai suoi dipendenti, o come una identità anonima, come per le società di capitali)
- oppure a un quartiere o a un territorio (identità collettiva)
- ai partecipanti a un evento (collettiva + temporanea)
- o potrei iniziare a collegare sensori a boschi e oceani, e assegnare un’identità anche a loro, per permettergli di esprimersi con noi, attraverso i dati e le informazioni che generano.
In questo modo, grazie a UC, tutti gli attori di cui stiamo parlando nel si potrebbero esprimere, performare la propria esistenza, e relazionarsi.
A questo punto le cose di cui abbiamo parlato fin qui potrebbero ulteriormente chiarirsi, perché ogni particella elementare corrisponderebbe una qualche forma di identità di questo nuovo tipo su UC, da cui potrebbe esprimersi sotto forma di dati, informazioni, conoscenza e delle loro elaborazioni. In questo modo, come si riuniscono nelle pubblicazioni le leggi della Fisica, della Chimica, della Biologia, e così via, sarebbe possibile immaginare un Archivio del Nuovo Abitare che contenga questi.
Questo archivio non sarebbe solo dedicato a tentare di osservare l’esistente, ma anche di sperimentare nuove ecologie. Quindi, assieme alla documentazione di ciò che esiste, l’Archivio conterrebbe anche il Near Future del Nuovo Abitare, ad includere ciò che è tecnicamente possibile, ciò che è desiderabile, ciò che è preferibile, da punti di vista differenti, nella società e nell’ambiente.
Il Risultato
In questo articolo abbiamo gettato le basi dell’infrastruttura della nostra nuova Istituzione della Ricerca. Questa è composta, innanzitutto, da un sistema di identità variabile (Ubiquitous Commons), che permette a tutti i tipi di attori di esprimersi, rappresentarsi, agire, e sentire, che siano umani, non umani, computazionali, aggregati, temporanei, sconosciuti, o cos’altro.
Sulla base di questo, la costruzione dell’Archivio del Nuovo Abitare, composto dalla progressione della nostra nuova conoscenza secondo delle discipline che si ispirano a quelle originarie, ma che lo fanno dal punto di vista di una nuova ecologia e di un nuovo approccio epistemologico:
La Fisica del Nuovo Abitare:
- leggi che regolano i fenomeni della conoscenza, nelle sue varie categorie (che per esempio potrebbero essere costruite come parallelo con quelli della fisica: corpuscolare, ondulatorio, termici, elettrici, magnetici e delle interazioni fondamentali), che ci raccontano delle caratteristiche fondamentali che il centro/attrattore di ricerca vogliamo che abbia
La Chimica del Nuovo Abitare:
- le particelle fondamentali (attori umani e non, attori computazionali, dati, elementi di informazione e conoscenza… ) e le loro caratteristiche (polarizzazioni, orientamenti, campi di forza e di influenza)
- i loro atomi – la Tavola Periodica del Nuovo Abitare – ovvero gli elementi e le configurazioni in cui si trovano e in cui li possiamo far trovare, e i loro stati di ionizzazione, la loro valenza (attitudine a combinarsi) eccetera
- i tipi di legami che si possono stabilire tra atomi per formare le molecole
- i modi in cui le molecole contaminano ciò che gli è attorno (es: la radioattività)
- le molecole, i reticoli, i cristalli, i materiali e le loro caratteristiche
- gli esperimenti di reazione, alle varie condizioni fisiche e nei vari contesti, progettati per ottenere certi risultati
- le reazioni ambientali che accadono disseminando l’ambiente di dati, informazione, computazione e opportunità per l’interazione (affordance), tramite la comunicazione, il design e l’arte
La Biologia del Nuovo Abitare:
- Le combinazioni di attori umani e non umani, dati / informazione / conoscenza, computazione e elementi dell’ambiente (e le loro combinazioni), che siano in grado di esprimere le caratteristiche di
- Ordine (cellularità, complessità)
- Codifica (basato su informazione e sue elaborazioni)
- Regolazione (omeostasi)
- Crescita e sviluppo (in autonomia, messo che esistano e siano reperibili risorse sufficienti)
- Energia (metabolismo)
- Irritabilità, Sensibilità o Motilità (interazione tra simili e con il resto dell’ambiente)
- Capacità di riprodursi (il processo riproduttivo, che deve dare luogo a organismi fertili)
- Capacità evolutiva (orizzontale / verticale – genetica – e ambientale – epigenetica –, da cui deriva la capacità di adattamento)
E, a completare, lo studio dell’Ecologia del Nuovo Abitare, che le mette insieme, e che non si limita all’osservazione dell’esistente, ma procede alla performance trasformativa del presente, in maniera inclusiva, tramite il Near Future Design.
Nel prossimo articolo capiremo come iniziare a strutturare praticamente questi elementi infrastrutturali, e nei seguenti inizieremo a studiare l’operatività.
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