Ješa Denegri

Ješa Denegri (Spalato, 1936) ha svolto un ruolo centrale nella storicizzazione e teorizzazione dell’arte sperimentale nella ex Jugoslavia. Come critico e storico dell’arte, con i suoi primi scritti pubblicati nel 1965, ha osservato e influenzato intere generazioni di artisti jugoslavi. La sua ipotesi critica di un «altra linea» circoscrive una genealogia della neo-avanguardia che deviava dai modelli canonici attraversando le complesse relazioni di un sistema dell’arte «che funzionava sia al di fuori delle rigide pressioni ideologiche dei paesi del realismo socialista che dai vantaggi e le richieste del mercato dell’arte nei paesi del capitalismo liberale». Denegri ha conseguito un PhD presso la Facoltà di filosofia di Belgrado.  È stato curatore presso il Museo d’Arte Contemporanea (MSU) a Belgrado tra il 1965 e il 1989, e consulente fino al 1991. Dopo aver lavorato al museo, ha assunto l’incarico di Professore di Storia e Teoria dell’Arte Moderna presso l’Università di Belgrado (1990-2005). Jesa Denegri è membro di AICA (Association of Art Historians of Serbia e Association of Art Critics of Serbia). È stato membro del comitato editoriale delle riviste «Art», «Architecture/Urbanism», «Spot» e direttore della rivista di arte contemporanea «Moment» pubblicata nel 1990. Denegri è autore di numerosi articoli e pubblicazioni, ha inoltre curato il contributo jugoslavo alla Biennale di Parigi (1971, 1976, 1983) e alla Biennale di Venezia (1976, 1982).

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Articoli

Marco Scotini: Ancora oggi l’idea di modernità (tanto politica che artistica) è soltanto quella occidentale. E nella sua affermazione (penso soprattutto all’arte americana della fine degli anni Quaranta) si è avvalsa della contrapposizione al Realismo socialista del Blocco sovietico. Se però guardiamo all’arte della Jugoslavia ci imbattiamo in una sorta >…

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