Marko Pogačnik è stato tra i fondatori del gruppo OHO (insieme a Milenko Matanović, David Nez, Andraž Šalamu e il poeta Tomaž Šalamun), tra i più importanti collettivi di arte concettuale, attivi nella scena jugoslava in varie forme dal 1962 al 1971. OHO nasce dalla fusione delle due parole slave oko (occhio) e uho (orecchio), che probabilmente rimandano al bisogno di unificare i sensi per sviluppare una nuova visione (vicina alla filosofia del Reismo) volta ad una trasformazione non violenta e al superamento della moderna civiltà razionalista. Il Reismo rappresenta un tentativo di superare l’antropocentrismo e accedere al regno degli oggetti a cui riconosce lo stesso livello gerarchico, in quanto dotati di una propria unicità. Il Manifesto OHO fu pubblicato nel 1967 nel giornale studentesco «Tribuna». Più che allinearsi al movimento studentesco jugoslavo di ultrasinistra, OHO è fortemente influenzato dalle istanze della controcultura, da cui sviluppa il sentimento ambientalista e il desiderio di salvaguardia della natura, nella centralità della questione ecologica. Il gruppo esplora diversi linguaggi: quello dell’arte concettuale, la performance, l’happening, la poesia visiva e concreta, mail art, il cinema sperimentale, oltre a collaborare con riviste culturali e pubblicare formati editoriali. Nel 1970 partecipano alla celebre mostra Informations, tenutasi al MoMA di New York: l’inclusione all’interno di quella che percepiscono come un’elite culturale, determina però la fine del loro percorso collettivo. Nella fase successiva, infatti, abbandonano il sistema dell’arte ed alcuni di loro fondano una comune nel villaggio di Šempas, nella valle di Vipava, in Slovenia, per stabilire un contatto più profondo con la natura e lavorare in armonia con l’ambiente e il cosmo. Chiamando se stessi «la Famiglia di Šempas», i membri della comune lavorano allo sviluppo di una nuova forma di spiritualità totale e relazioni alternative con il pianeta e la natura.