Radomir Damnjanović Damnjan (Mostar, 1936), pittore, artista concettuale e performer, si è affrancato sia dal modello pittorico moderatamente modernista e di successo (tipico della Jugoslavia socialista degli anni ‘50) sia da quello del concettualismo, teoreticamente ed esteticamente, antagonista e nichilista. Ha attivamente vissuto questo passaggio critico in una disamina dei confini fenomenici e concettuali della pittura della seconda metà del ventesimo secolo. La performance del 1972-73, «Honoring the Soviet Avant-garde», ha trasformato la sua posizione di artista che crea un oggetto di valore altamente significativo, in quella un artista che prende una posizione etica, estetica e politica molto chiara verso la storia dell’arte e il sistema di valori della cultura locale. Nel 1976 rifiuta cinicamente quell’arte socialmente ed economicamente accettata con interventi testuali su un modulo stampato. Come un oggetto artistico, il certificato del suo supposto valore è segnato dalla firma dell’autore. Sottolineando l’ontologica natura arbitraria della procedura di nominazione, Disinformazione si riferisce allo stato dell’arte e all’artista, in particolare a quegli artisti locali, che si affacciano sulla scena internazionale.