L’Africa è vicina

Picasso in mostra a Cetara

Mostra Cetara 2
Sergio Scognamiglio, Picasso e l'Africa - Cetara 2019.

Una locandina blu che dice Picasso e l’Africa, la Torre, il mare… Questi elementi si susseguono sulla strada panoramica della Costiera Amalfitana e danno il benvenuto a Cetara. In un solo colpo d’occhio catapultano il viaggiatore in un mondo fatto di scambi, di arte e di cultura tenuti insieme dal mare. La mostra Picasso e l’Africa, inaugurata il 16 Luglio 2019, è un omaggio ad Ugo Marano (1943-2011) artista contemporaneo di fama internazionale, che ha plasmato a Cetara, dove viveva, innumerevoli opere in ceramica.

A proposito dell’Africa, la sua ricerca artistica andava nella stessa direzione di Picasso. Africa come terra dei valori e delle forme archetipiche, Africa come madre generatrice di quei segni primordiali, per dirla con Marco Alfano curatore eccellente dell’esposizione. Venti opere tra disegni e otto alti vasi, simbolo del genius loci, sono esposte fino al 15 settembre. La Torre di Cetara, è stata restituita alla collettività nel 1998, quando finalmente il Comune l’ha acquisita sottraendola ai privati. Successivamente restaurata, è diventata Museo Civico di Cetara, nel 2011.

Luogo ideale e meraviglioso accoglie ben quaranta opere di Pablo Picasso e, scavalcando salti di quota, propri di un’architettura stratificata di avvistamento e di difesa, attraverso scale bianche e strette, intreccia il passato con il presente, il lontano con il prossimo, mette in relazione artisti della ceramica del periodo tedesco – scappati ed accolti in Costiera da lontano come Richard Dȫlker – opere di esponenti modernisti come Guido e Bruno Gambone, Salvatore e Giosuè Procida, fino alle più recenti opere di Monica Amendola, Stefania Mazzola, Angelo Casciello e Mimmo Paladino, con opere dipinte, sculture in legno e non solo in ceramica di importanti artisti africani quali Edward Said Tingatinga, Seyni Camara, Reinata Sadimba, Frédéric Bruly Bouabré, Jak Katarikave e George Lilanga.

Il tema centrale attorno a cui ruota tutto è la ricerca della forma. Ed è incredibile come, una forma architettonica nata per essere inespugnabile, sia ora diventata un luogo perfetto per proteggere dai luoghi comuni, dalla paura del diverso, e accogliere le contaminazioni culturali e artistiche del Novecento innescate da Pablo Picasso che si rafforzano con Ugo Marano e che si proiettano in avanti con le opere di giovani artisti come Christian Leperino e Sergio Scognamiglio. E la terrazza che si spalanca al mare e che ha visto per millenni solcare il mar Mediterraneo da imbarcazioni di ogni tipo e provenienza, accoglie ora, nel suo parapetto, pesci antropomorfi di nuotatori impavidi spinti dalle acque, ora sulla terra ora, ahimè, sui fondali marini.

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