Cambiamento di Stato
Un'installazione e una performance per il Kurdistan
Nei primi giorni di Febbraio, all’interno di un ricco calendario di appuntamenti pensati dal collettivo Escuela Moderna/Ateneo Libertario per il Macro Asilo, ha preso vista l’installazione/performance di Nicoletta Braga intitolata Cambiamento di Stato, Macro Asilo-Asilo di Kobane, dove lo Stato è lo Stato Nazione, ma anche la materia, perché la Braga è materialista, femminista e comunista libertaria. La Project Room: molte mappe e bandiere del Kurdistan, materiali di contro-informazione, manifesti e video, uno in particolare girato sull’Asilo di Kobane, una scuola-orfanotrofio per i figli dei combattenti caduti lottando contro l’ISIS a oggi funzionante a Kobane.
All’ingresso un testo di Nicoletta Braga e uno di Marco Rovelli, musicista e scrittore, autore del celebre romanzo La guerriera dagli occhi verdi edito da Giunti, ispirato alla guerriera curda Avesta, (nome di battaglia), morta in combattimento per difendere anche le nostre Libertà contro Daesh. Sulla parete di destra troviamo 10 teste montate su basi di ferro a L, teste bendate e/o imbavagliate, intitolate Prigioni. Legati e imbavagliati dallo Stato nazione, bendati dalla propaganda del Capitale e dello Stato, storicamente d’accordo nel reprimere e soffocare con ogni mezzo le istanze di libertà dei popoli. Sulla parete opposta una schiera di 7 di 30 disegni matita e carbone e inchiostro, ciascuno di un metro per due, con le Guerriere dagli occhi verdi che riprendono nel titolo il bel romanzo di Marco Rovelli. Le guerriere ci guardano sorridenti, nude o seminude, col berretto frigio e la fionda in mano come la Libertà che guida il popolo di Delacroix e come i gilet gialli di oggi. Nella parete interna dell’ingresso, un agrume meravigliosamente innestato (forma parte della serie Innesti) fa bella mostra di sé, introducendo un altro tema, quello della ibridazione tra naturale e artificiale. Ai suoi piedi riposa sognando La bella addormentata, scultura in gesso, anche lei, con il berretto frigio e la fionda in mano – una pseudo libertà che guida il popolo – ma purtroppo, addormentata sul drappo nero dell’Anarchia, sbiadito. Culla il suo sonno un audio in loop dove canta ancora Marco Rovelli in una interpretazione originale de: la bella che guarda il mare di Trovajoli.
La sala centrale è stata occupata da un grande tappeto orientale ricoperto di terra e di sabbia del deserto, dove riposa una figura analoga alla bella addormentata realizzata con materiali diversi intitolata L’immortale. Sul pavimento troviamo cinque elementi in ferro, tronchi di piramide intitolati Stella, che formano una stella a cinque punte, che richiama bandiera del PKK, mentre sul fondo della sala, custodite in tre grandi teche di plexiglass, troviamo Le origini del mondo, frammenti di anatomie che rimandano al celebre capolavoro di Courbet. I richiami alla storia dell’arte sono tanti in questa installazione, Courbet, Delacroix, Michelangelo… Sospeso nell’aria un albero morto intitolato Albero volante, che si rispecchia a sua volta nell’Innesto di agrumi vivi.
La performance dal sapore di un’archeologia del presente, è archeologia che riporta a un time specific, dell’oggi, che della durata di 35 minuti, ha visto l’artista estrarre dal corpo mummificato della Immortale molte protesi quali lenti a contatto, impianti dentali, un seno di silicone, un hard disk, un femore in titanio ecc. che hanno formato in scatola metallica una sorta di ex voto laico. Rastrellando poi tutta la terra la terra è tornata alla terra, la materia alla materia. Tutto torna alla terra, polvere siamo e polvere ritorniamo ad essere. Al termine di questa azione, è intervenuta Ozlem Tanrikulu, in rappresentanza della UIKI – Ufficio di Informazione del Kurdistan in Italia.
Ozlem ha ricordato ai presenti il Kurdistan che cresce nel Confederalismo Democratico di Murray Bookchin, e le condizioni di Öcalan, prigioniero politico in carcere in Turchia, e ha insistito sulla questione che nessuna persona, nessuna società, nessun gruppo umano potrà mai emanciparsi o liberarsi senza rivedere completamente la condizione della donna nella società e nella famiglia. Analisi dura ma efficace, vedere il maschilismo come origine del fascismo, del classismo, dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo. Il terzo giorno l’installazione si presentava così come descritta ma senza Immortale e con la che terra riposa su un tappeto orientale fatto di terra, di carne e di ossa e di protesi di corpo umano. Nessuna delle opere esposte è in vendita, sono tutte in regalo. Sono il dono dell’artista a chi vorrà versare contributo significativo per l’Asilo di Kobane alla UIKI – Ufficio di Informazione del Kurdistan in Italia.
Le donazioni potranno essere effettuate a favore di:
Ufficio di Informazione del Kurdistan In Italia Onlus
CAUSALE: N. Braga Macro Asilo-ASILO KOBANE
CODICE FISCALE: 97165690583
IBAN: IT89 F 02008 05209 000102651599
BIC/ SWIFT: UNCRITM1710
http://www.uikionlus.com/
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