Libera Mazzoleni

Nata a Milano nel 1949, dopo la maturità artistica Mazzoleni frequenta l’Accademia di Belle Arti di Brera, dove si diploma nel 1970. Dal 1968 al 1973, realizza sculture colorate in poliestere dai profili ondulati, concepite in contrapposizione con la staticità gerarchica delle forme monumentali della Minimal Art, che vengono esposte in numerose mostre collettive: alla Galleria San Fedele e al Parco Sempione (1971) a Milano, al Grand Salon Ricards di Parigi e alla Malta Society of Art nel 1972.

Nel 1973 tiene la prima personale al Palazzo dell’Arengario di Milano, dove espone sculture in poliestere, ferro e poliuretano accanto a pannelli in formica, in cui le linee che riprendono i profili delle sculture sono associate a fotografie di parti del corpo femminile e a frasi sull’essere e l’identità tracciate a mano libera. L’anno successivo realizza il libro d’artista Linee Complessi Essere.

Libera Mazzoleni, Riflessione sullo stereotipo identitario femminile, 1974-1975, cm 35x28
Libera Mazzoleni, Riflessione sullo stereotipo identitario femminile, 1974-1975, cm 35×28

Nel 1977 è invitata da Romana Loda a partecipare alla mostra Magma al Museo di Castelvecchio a Verona e nello stesso anno espone a Firenze nella mostra Il volto sinistro dell’arte, di nuovo a cura di Loda, la serie Luca, II – 49: sedici fotografie in cui le parole di un versetto del Vangelo di Luca sono cancellate e accostate a immagini diverse, creando di volta in volta significati imprevisti che svelano il carattere «escludente e misogino» del testo e al contempo suggeriscono altre possibilità, in una prospettiva femminista di liberazione dall’oppressione.

Mazzoleni sviluppa la sua ricerca anche nel campo della performance: in Afanisi (Galleria Centrosei, Bari, 1977) indaga l’espropriazione della singolarità della sessualità femminile messa in atto dalla psicoanalisi freudiana. Narciso contro Narciso (Galleria Comunale di Arte Moderna, Ancona, 1979) ritorna sul tema dell’identità e la scoperta di sé nell’essere e nel divenire e suggerisce, con il richiamo alla figura di Narciso, gli effetti distruttivi del modello patriarcale. Vive e lavora a Milano.

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Libera Mazzoleni – Una volta comprese le ragioni del mio rifiuto di una visione dell’arte idealistico- formale puramente estetizzante, non mi rimaneva che ricominciare daccapo, il che significava partire semplicemente dall’esistenza, cioè da me, dal mio sentimento di fragilità e di interesse per il mondo.  Libera Mazzoleni è nata a >…

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