Produzioni Culturali Indipendenti è un progetto che nasce con l’intenzione di mappare e raccontare alcuni spazi particolarmente significativi che, nelle periferie della Capitale, si dedicano alla produzione culturale indipendente costruendo dei presidi >…
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Produzioni Culturali Indipendenti
Produzioni Culturali Indipendenti è un progetto che nasce con l’intenzione di mappare e raccontare alcuni spazi particolarmente significativi che, nelle periferie della Capitale, si dedicano alla produzione culturale indipendente costruendo dei presidi di resistenza importanti rispetto ai processi di desertificazione o gentrificazione progressiva dei quartieri.
Slab è un laboratorio di stampa a caratteri mobili, situato in un ex garage a Tor Tre Teste, in via Prenestina 704, zona Est della Capitale e V Municipio di Roma.
Nato nel 2019 su iniziativa di Andrea Vendetti, che continua a gestire questo spazio ancora oggi, ed Elettra Scotucci, Slab torna alle origini della grande rivoluzione gutenberghiana che ha aperto le porte alla modernità, ovvero la stampa a caratteri mobili. Una rivoluzione che ha determinato la trasformazione radicale del nostro mondo e anche del nostro apparato cognitivo ed emotivo, diffondendo ovunque il libro, e quindi l’alfabeto, come principale mezzo di elaborazione, conservazione e trasmissione del sapere.
Come dice giustamente Vendetti, il metodo di stampa inventato da Gutenberg intorno alla metà del XV secolo, è rimasto pressoché invariato fino alla metà del XX secolo, quando venne sostituito dalla fotocomposizione a sua volta scalzata, più recentemente, dalla rivoluzione digitale. Troppo velocemente relegata in soffitta, la «galassia Gutenberg», per dirla con Marshall McLuhan, rappresenta un mondo che va ancora studiato in tutti i suoi risvolti per capire fino in fondo la complessità di una «cesura antropologica» rispetto al mondo dei copisti e degli amanuensi medioevali, un universo nel quale i caratteri alfabetici, e la loro astrazione concettuale, rappresentavano ancora un’eccezione.
Sapere chi o cosa siamo e quindi chi o cosa potremo essere, proprio nel momento in cui il mondo di Gutenberg viene rapidamente sostituito dalla multimedialità digitale, dipende dalla conoscenza di chi e cosa siamo stati. Ed ecco perché quella di Slab rappresenta un’esperienza politica: nella ostinata resistenza all’economia dell’obsolescenza programmata, e quindi nel recupero di tecniche e strumenti pazientemente salvati dalla noncuranza, questa attività si propone come «laboratorio dell’astrazione cognitiva», ovvero come studio di quei meccanismi attraverso i quali l’uomo per secoli ha decodificato e costruito la realtà.
Una conoscenza tanto più importante ora, quando tutto sta cambiando, perché conoscere significa non farsi governare da chi controlla l’economia politica della rivoluzione digitale. Non è un caso, quindi, che Slab organizzi workshop e corsi di formazione per gli studenti, dalle scuole medie superiori fino all’Università e all’Accademia di Belle Arti, oltre a sviluppare un’attività di produzione in proprio e su committenza. Anche in questo caso, insomma, ci troviamo di fronte a un presidio culturale che ha l’obiettivo di fornire strumenti di emancipazione per fare in modo che crescano sempre di più gli spazi di autonomia dentro una rivoluzione mediatica che si vorrebbe sempre più orizzontale e democratica.
L’esperienza di Slab, infine, ci ricorda quanto sia politicamente importante la dimensione della tecnologia e della sua economia, una dimensione che troppo spesso il sapere umanistico tende a dimenticare con conseguenze inevitabili a livello culturale e politico. Non capire fino in fondo il nesso strutturale tra il potere, il sapere e le tecniche, significa avere già perso in partenza. Mentre comprendere la complessità scientifica di questa dimensione coincide con l’espansione possibile della nostra sfera di autonomia e libertà.
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