Metropoliz è un’occupazione abitativa sulla via Prenestina ed è anche un museo d’arte contemporanea. È uno spazio dell’altrove all’interno della metropoli, un’astronave dalla quale osservare Roma e le sue derive urbane, una >…
Fratellanza e differenza
Libertà, uguaglianza e fraternità, era la triade rivoluzionaria del 1789. Il terzo lemma però sembra aver avuto meno fortuna rispetto ai primi due che hanno segnato la storia del XIX e del XX secolo. Ora sembra davvero venuto il momento di provare a squadernare la potenza politica della fraternità, che non è tanto o solo un obbligo morale e un sentimento, quanto la radice stessa di quello stare insieme che costituisce la natura dell’uomo come animale sociale. Se ricordiamo l’etimologia della parola che ci interessa ci accorgiamo che questa rimanda direttamente all’amicizia e non solo al legame tra i figli degli stessi genitori. Se i figli hanno una stessa origine pur nella loro differenza, gli amici sono tali sempre e soltanto perché differenti pur nel comune sentire che li tiene insieme.
Capiamo così che la matrice del legame fraterno è proprio la differenza: la fratellanza è una comunità non identica ma differente che tiene insieme i molti che declinano come singolarità l’infinita potenza del vivente. Bisogna far bene attenzione a questo, nel momento in cui da più parti si ripropone la comunità come garanzia di una identità che protegge dal contagio di ciò che è differente da noi, come promette di fare la comunità nazionale e sovrana. Una comunità chiusa e immune alla differenza è il contrario della fratellanza, e soprattutto è costitutivamente incapace di permettere una crescita esponenziale della democrazia come conditio sine qua non di una maggiore ricchezza complessiva.
Ricchezza economica certamente, ma anche culturale e politica. La comunità di identici, insomma, è solo l’asfittica premessa di una crisi che, inevitabilmente finisce per avvitarsi su se stessa fino a strozzare ogni singolarità condannandola all’impotenza e alla miseria. La comunità di fratelli invece, come comunità della infinita differenza singolare, è quella che permette a tutti di perseverare nel proprio essere moltiplicando la gioia collettiva. Per questo, senza Metropoliz, questa non sarebbe più la mia città. Perché Metropoliz è quella fratellanza differente che rende questa nostra comunità ancora più ricca. La differenza di lingue, sguardi, tradizioni e sentimenti che abitano questa città nella città, costituisce una sorta di garanzia democratica, una barriera contro la crisi nella quale potremmo rimanere intrappolati.
Ancora di più, è un laboratorio della città a venire, di quella democrazia e di quella libertà che hanno sempre trovato rifugio e terreno fertile nella dimensione urbana. La sua assenza ridurrebbe Roma – fin dalle sue origini una città che accoglie e dà asilo agli indesiderati – al suo contrario, condannandola a diventare un povero e dimenticato villaggio della provincia dell’impero, come quelli da cui scappavano o erano cacciati i molti fratelli delle origini. Risulta evidente, allora, che chiunque abbia a cuore la prosperità e la fortuna di Roma, non può che preservare un’esperienza come quella di Metropoliz, fratellanza che garantisce a tutti noi l’abbondanza politica della differenza. Fratelli tutti – come dice Francesco – è il motto che meglio esprime la sfida politica di Metropoliz.
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