Pianeta Esquilino

Esercizi di meraviglia nello spazio urbano di Piazza Vittorio

Padiglione delle Meraviglie
Extragarbo, Padiglione delle meraviglie - Courtesy Extragarbo.

L’ho già detto? Io imparo a vedere. Sì, incomincio.

Come drammatizzare il reale senza che il reale se ne accorga? Come costruire una drammaturgia di eventi che dialoghi con quello che c’è e che ad esso si sovrapponga delicatamente, senza dichiarare la propria presenza? Così da poter aprire squarci di possibile, di eventuale, di fortuito, di desiderato o dimenticato in un luogo attraversato quotidianamente e distrattamente da una cittadinanza?

In una qualunque parte del pianeta è un progetto artistico che parte da queste domande per sviluppare percorsi di osservazione e interventi creativi in relazione a specifiche zone della città di Roma, caratterizzate dal loro essere, ancora oggi, teatro del vivere collettivo: un esercizio di studio, di immersione e sparizione; una pratica di analisi stratigrafica, entomologica e investigativa fondata sull’invito e la condivisione che aspira a produrre oggetti artistici che scompaiano nel reale per poterlo far emergere in tutta la sua semplice, straordinaria difficoltà.

Laboratori sullo sguardo e sull’ascolto, installazioni, performance e incontri costituiscono alcune delle forme che In una qualunque parte del pianeta ha preso nel tempo e prenderà anche quest’anno. In questa occasione la direzione artistica di Index, nelle figure di Daria Deflorian, Riccardo Fazi e Claudia Sorace (Muta Imago) e Antonio Tagliarini ha invitato il collettivo Extragarbo e la giornalista, traduttrice e scrittrice Maria Teresa Carbone a studiare e immaginare insieme uno dei luoghi più problematici e rappresentativi della città di Roma: l’Esquilino.

Dopo aver rivolto i propri sguardi e i propri ascolti al quartiere delle Torri nel 2022 e alla Stazione Termini nel 2023, quest’anno gli interventi si svilupperanno nel cuore del XVesimo Rione, uno speciale spazio di laboratorio urbano, un territorio-cerniera che polverizza la dicotomia centro-periferia, caratterizzato da luoghi deflagranti, nevralgici, problematici e problematicizzati, abitato e attraversato ogni giorno dalla più varia umanità.

Tutto è composto di singoli particolari, tanti che è impossibile prevederli.
Le realtà sono lente e indescrivibilmente particolareggiate.

Dal 26 al 28 settembre il Rione sarà attraversato da tre movimenti contigui e dialoganti. In occasione di In una qualunque parte del pianeta Claudia Sorace terrà un laboratorio finalizzato alla creazione di un gruppo di studio. Dal 23 al 25 settembre il gruppo, attraverso la condivisione di pratiche di osservazione, ascolto e notazione, compirà un’indagine sui movimenti, gli eventi e le tracce umane, naturali e atmosferiche che accadono e si accumulano di giorno in giorno nella piazza. Si inizia educando lo sguardo, lo sguardo che rivolgiamo sull’altro e che l’altro non rivolge più su sé stesso. Ci si mette in ascolto, si prendono appunti, si segnano orari e si misurano le temperature; si osserva il movimento delle nuvole e del sole sulle facciate dei palazzi, si archiviano suoni. E piano piano si finisce per immaginare rapporti, linee, incontri, tra quelli possibili, e quelli effettivamente reali.

Nel cuore della Piazza apparirà l’installazione di Index: per tre giorni, un grande ledwall traccerà le linee di un racconto che muove da ciò che accade: una drammaturgia composta in tempo reale che farà dialogare microcosmo e macrocosmo, azioni ed eventi che appartengono alla nostra scala e alla nostra quotidianità con tutti quei movimenti nascosti con i quali co-esistiamo e che tendiamo ad ignorare o a non percepire. Un esperimento di didascalizzazione del presente che permette al reale di emergere in tutta la sua straordinaria semplicità; un gesto di sparizione autoriale che cerca di entrare in ascolto con ciò che accade per potersene fare specchio e riverbero.

Extragarbo, Padiglione delle meraviglie – Courtesy Extragarbo.

Extragarbo presenterà il progetto Padiglione delle meraviglie, un intervento performativo di Cosimo Ferrigolo, Gaia Ginevra Giorgi ed Edoardo Lazzari, immaginato per il contesto urbano di Piazza Vittorio. La performance consisterà in una passeggiata partecipativa a tappe, che riprende ed espande il concetto di “meraviglioso urbano”, così come veniva definito da Renato Nicolini per indicare le “pratiche della città effimera”, introdotto a partire dal 1977 con il progetto culturale Estate Romana.

L* artist*, per l’occasione, hanno coinvolto abitanti, realtà associative ed esercizi commerciali che affacciano sulla piazza per attivare una pratica di osservazione e riscrittura magica e fantastica del quotidiano riconvocando le pratiche di gioco e di festa che proliferavano a inizio ‘900 nei pressi del rione Esquilino di Roma.

Lì sorgevano infatti i baracconi detti “delle meraviglie”, dove si svolgevano spettacoli teatrali e circensi, e dove co-abitavano comunità provvisorie che avevano la capacità di intercettare e accogliere soggettività eccentriche e marginalizzate. Così come la descrive Ettore Petrolini, che ai fatti di Piazza Guglielmo Pepe, a pochi passi da Piazza Vittorio, dedicò un’opera intitolata Il Padiglione delle Meraviglie, la piazza era considerata ricettacolo dei «cosiddetti ciarlatani, dei vagabondi e dei poveri guitti. Accozzaglia di passatempi per tutti i gusti, uno più sollazzevole dell’altro. […] ospitava ogni sorta di baraccone, dal tiro a bersaglio a quello del museo anatomico, dal carosello al teatro dei galli. […] una turba di girovaghi, saltimbanchi, cavadenti, mastice per attaccare, gazzose, biciclette a noleggio, calarroste, fichisecchi, mosciarelle e caramellari». Il Padiglione delle Meraviglie si accenderà ogni giorno, dal 26 al 28 settembre, dalle 17.30 alle 19.30 su prenotazione.

Extragarbo, Padiglione delle meraviglie – Courtesy Extragarbo.

In chiusura di ogni giornata nello spazio esterni degli Horti Magici Maria Teresa Carbone faciliterà dei dialoghi a due sul tema del rapporto tra città e parola. Ogni sera, dal 26 al 28 settembre, dalle 19:30 alle 20:30, la piazza diverrà luogo di confronto su ciò che la piazza è e sulle possibilità di raccontarlo. Commune sepulcrum, area residenziale di lusso, luogo di ville nobiliari e di tenute agricole, grande piazza-vetrina per la capitale di un’Italia finalmente unita, fulcro di un quartiere multiculturale e/o bobo… Ci sono luoghi che restano uguali a sé stessi, fedeli alla forma originaria, e luoghi che sembrano avere inscritta nel loro destino una tensione per la metamorfosi, per una continua reinvenzione: così accade a quel gigantesco labirinto spazio-temporale che oggi chiamiamo Piazza Vittorio. Cosa verrà poi, non è dato sapere, ma possiamo provare a intercettare quello che succede oggi, oltre le etichette e gli stereotipi, usando alcune parole-chiave come sismografi: è il gioco che proponiamo a sei scrittrici/scrittori in tre dialoghi che si terranno in uno dei luoghi della piazza che, fin dal nome, opera un cortocircuito straniante, gli Horti Magici dei Giardini Nicola Calipari. Giovedì 26 settembre si incontreranno Antonio Francesco Perozzi e Gilda Policastro (Strada/Algoritmo. Cut-up metropolitano); Venerdì 27 settembre Guido Mazzoni e Laura Pugno (Giardino/Architettura. Per una definizione di città); Sabato 28 settembre Valerio Mattioli e Alexandra Petrova (Altrove/Dentro. Lingua, memoria, appartenenze).

Tutte le info su www.index-productions.com/piazza-vittorio

Le citazioni nel testo provengono da R. M. Rilke, I quaderni di Malte Laurids Brigge

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