Il viaggio della sposa
L'ironia leggera di Pippa Bacca
L’8 marzo del 2008 Pippa Bacca, nome d’arte di Giuseppina Pasqualino Di Marineo, dà avvio al progetto artistico Brides on Tour-Spose in viaggio, realizzato con Silvia Moro. L’azione prevede che l’artista, vestita da sposa, attraversi in autostop undici Paesi segnati da conflitti sociali e povertà, sino ad arrivare a Gerusalemme, per portare un messaggio di speranza e rendere omaggio a chi, come le ostetriche, contribuisce con il suo lavoro alla rinascita di quei territori.
La performance s’interrompe il mese successivo, in Turchia, dove Pippa Bacca viene violentata e uccisa.
La performance s’interrompe il mese successivo, in Turchia, dove Pippa Bacca viene violentata e uccisa. La stampa dà un’immagine parziale e distorta del progetto, che viene presentato come una provocazione; Pippa Bacca viene descritta come una donna eccentrica, ritenuta colpevole di ingenuità per avere riposto fiducia nell’altro e avere messo a rischio la sua vita viaggiando in aree «non sicure». Alcuni utenti della rete propongono di eliminare da Wikipedia la sua pagina, non considerandola un’artista. La vicenda divide l’opinione pubblica: agli occhi di molti, una donna libera che come Pippa Bacca decide di muoversi nel mondo e nell’arte è ancora un tabù.
Una giovane regista di Roma, Giulia Morello, si appassiona alla sua storia e decide di saperne di più: si mette in contatto con la famiglia, in particolare con la sorella Rosalia Pasqualino Di Marineo, con gli amici più stretti e con i critici che hanno seguito il lavoro di Pippa Bacca sin dagli esordi alla metà degli anni Novanta. Morello compie un viaggio a ritroso nella vita e nell’opera dell’artista. Il frutto di questa ricerca è oggi pubblicato nel libro Sono innamorata di Pippa Bacca. Chiedimi perché!, (Castelvecchi, 2016): si tratta di un volume prezioso, in cui, per la prima volta, l’autrice getta luce con delicatezza e passione sulla vicenda esistenziale e artistica di Pippa Bacca. Dal libro apprendiamo che Brides on Tour non è un’idea estemporanea, l’artista inizia i preparativi del viaggio con circa due anni di anticipo: studia l’arabo e raccoglie i fondi necessari alla partenza (come molti giovani della sua generazione lavora part-time in un call center); coinvolge la casa di moda Byblos perché disegni e confezioni l’abito da sposa che indosserà durante il viaggio.
Quest’ultimo è il solo indumento che Pippa Bacca porta con sé: si tratta di un abito particolare, pensato in funzione del progetto, composto da una mantella, una giacca e una gonna sagomata a forma di giglio (simbolo di purezza nell’iconografia mariana) formata da undici strati sovrapposti. Undici, come si è detto, è il numero dei Paesi che l’artista avrebbe voluto attraversare: Slovenia, Croazia, Bosnia, Serbia, Bulgaria, Turchia, Libano, Siria, Egitto, Giordania, Israele; i simboli di alcuni di questi Stati sono ricamati sull’abito. La scelta di viaggiare in autostop (pratica con cui Pippa Bacca si muoveva abitualmente sin dall’infanzia) era già stata sperimentata dall’artista nella serie Più oltre (2004), in cui aveva fotografato le persone che l’avevano accolta in macchina e con le quali aveva condiviso un pezzo di strada per poi ritagliare i ritratti riproducendo la forma di un mezzo di trasporto.
In Brides on Tour l’artista sceglie nuovamente l’autostop perché le dà la possibilità di condividere la realtà quotidiana, spesso molto difficile, delle persone con cui di volta in volta entra in contatto. La mantella che indossa ha una funzione duplice: l’artista la usa sia come indumento, sia come elemento rituale durante la lavanda dei piedi che ella fa, in segno di devozione, alle ostetriche incontrate nel viaggio. Per pulire l’abito bianco, l’artista utilizza la liscivia realizzata, prima della partenza, con la cenere prodotta bruciando oggetti ricevuti in dono da amici e parenti. Ogni cosa, indumento o azione è scelto con cura e ha una simbologia precisa, legata ai riti cattolici. In Brides on Tour Pippa Bacca esplora temi culturali importanti: il viaggio inteso come esperienza e conoscenza dell’altro; il dialogo tra società, culture e modelli di comportamento diversi; il ruolo della donna, concepita come generatrice di vita (non solo in senso biologico) e figura chiave nel riscatto di popolazioni afflitte dalla guerra o dalla povertà; e, ancora, la gratuità del dono, alternativa allo scambio basato sulla moneta.
Alla base del progetto c’è una concezione dell’arte intesa come relazione: per Pippa Bacca l’opera è un dispositivo pensato per attivare legami psicologici, affettivi ed estetici, che vanno al di là degli esiti formali del lavoro.
Alla base del progetto c’è una concezione dell’arte intesa come relazione: per Pippa Bacca l’opera è un dispositivo pensato per attivare legami psicologici, affettivi ed estetici, che vanno al di là degli esiti formali del lavoro. Per documentare le varie fasi di Brides on Tour l’artista fa realizzare numerose foto; fra di esse molti sono gli scatti amatoriali, che riprendono le azioni in modo spontaneo e immediato; tante anche le foto con inquadrature, luci e pose studiate con attenzione. A conclusione del progetto l’artista avrebbe voluto presentare, probabilmente insieme ad alcune foto, il vestito da sposa indossato nel viaggio, accanto a un secondo abito, uguale al primo, ma nuovo.
Per Pippa Bacca le foto e gli abiti hanno un importante valore di testimonianza: sono tracce che esprimono la dimensione temporale del progetto, preservandone e custodendone la memoria. Il senso autentico di Brides on Tour, tuttavia, è altrove: sta nell’esperienza vissuta; nello scambio che l’artista instaura con le persone conosciute nel cammino; nell’effrazione dei confini tra arte e quotidiano; nella condivisione di gesti ed emozioni. Brides on Tour è un progetto pensato per resistere all’omologazione dei rapporti interpersonali ed economici e mettere in pratica un modello alternativo di vita, di socialità e di arte.
In linea con altre sperimentazioni emerse a partire dagli anni Novanta, che pongono l’accento sul coinvolgimento del pubblico e sul carattere relazionale dell’esperienza artistica.
In linea con altre sperimentazioni emerse a partire dagli anni Novanta, che pongono l’accento sul coinvolgimento del pubblico e sul carattere relazionale dell’esperienza artistica, Brides on Tour si fonda su strategie basate sulla partecipazione e sulla condivisione. L’artista concepisce il viaggio come un momento di confronto e di trasformazione che ha effetti profondi su di sé e sugli altri, e in cui il connubio fra pratica estetica e motivazioni etiche e sociali è forte e si lega all’esigenza di dare voce e corpo a storie rimosse o marginali.
Anche il libro di Giulia Morello, in fondo, è concepito come un viaggio: l’autrice esplora il vissuto e il pensiero di Pippa Bacca, andando alla ricerca di testimonianze, ricordi, suggestioni, opere. La narrazione si trasforma quasi in un racconto corale, attraverso il quale i lettori e le lettrici entrano in contatto con la visionarietà e l’ironia leggera dell’arte di Pippa Bacca.
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