Lo sciopero femminista
Gesti e strumenti dell'insubordinazione delle donne, per cominciare

Che cos’è uno sciopero nell’epoca della vita al lavoro? Quando il lavoro di riproduzione, di cura, di linguaggio, d’affetto esce dalla scena domestica e si piazza al centro dei dispositivi della subordinazione capitalistica? Che cos’è uno sciopero femminista quando le donne non sono più da sole a fare la critica dei generi, dei loro rapporti e delle loro rappresentazioni? Scioperare è assumersi dei rischi. Scioperare è dismettere le narattive social che danno forma allo spazio pubblico dei network. Scioperare è ripensare una teoria dei desideri a partire dal lavoro sessuale. Scioperare è inventarsi un gesto contro il fascismo di Trump. Scioperare è tacere in assenza di parole nuove. Scioperare è ripartire dai corpi e non dalle coscienze. Scioperare è un’arte della vita, che i femminismi hanno da sempre praticato.