Lo sberleffo di Madonna

Per farla finita con l'età dell'impotenza

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Natalia LL, Consumer Art_1972 - Marinko Sudac Collection.

C’è una via d’uscita dal corridoio oscuro in cui siamo entrati?
Tony Blair, un criminale di guerra che ha consolidato la dittatura neoliberale instaurata da Margaret Thatcher e sottomesso la sinistra occidentale alla macchina finanziaria, riappare oggi sulla scena presentandosi come l’anti-Trump. Quest’individuo vinse le elezioni inglesi grazie all’appoggio dei lavoratori e dei sindacati e si è poi dedicato alacremente al definitivo smantellamento dei diritti del lavoro e all’aggressione militare. È grazie a lui e al ceto politico della sinistra occidentale se il nazionalismo aggressivo riemerge vincente. Grazie a Blair, Schroeder, D’Alema, Hollande, Renzi, Clinton il salario è stato ridotto alla metà e il tempo di vita sottomesso alla tirannia del lavoro precario, all’ansia competitiva, alla solitudine, alla miseria. Ora Blair vuole assumere la direzione mondiale dell’anti-fascismo.

Se ci cadiamo il fascismo sarà per sempre. Le elezioni francesi sono il primo banco di prova: Macron si presenta come il Blair francese e Le Pen rappresenta il nazionalismo trumpista. Per chi voteranno gli operai del nord industriale è chiaro: larga parte della sinistra sociale voterà per i fascisti, per vendetta contro i traditori. È semplice, banale, inevitabile. E se Le Pen vince il cerchio si chiude, l’Unione europea si dissolve e il futuro è nero senza sfumature. Ma se vince Macron allora è anche peggio, perché si consolida l’equivoca alternativa che oppone al fascismo montante una sinistra cocciutamente neoliberale che ha prodotto la vittoria del fascismo, e non può cambiare perché non possiede la dignità etica per riconoscere l’errore passato né gli strumenti culturali per abbandonare la superstizione del lavoro salariato e della crescita.

Il Brexit e la presidenza Trump sono un punto di non ritorno nella storia umana. Il fascismo che apparve sconfitto a metà del secolo scorso è oggi dominante nella politica nel mondo: dalle Filippine alla Turchia dal Brasile all’Argentina alla Russia all’Ucraina, all’India a Israele, alla Gran Bretagna agli Stati Uniti, all’Europa orientale. Con la conquista del bastione francese il fascismo realizzerebbe la distruzione definitiva d’Europa e il gioco politico sarebbe chiuso. Per sempre.

Fortuna femmina

Ma chi ha detto che il gioco sia politico, chi ha detto che la via d’uscita debba trovarsi sul terreno della rappresentanza, del potere, della decisione, del governo? Nessuno l’ha detto, è solo un pregiudizio che ci portiamo dentro. Crediamo che il destino della società sia nelle mani della politica, un’arte che Niccolò Machiavelli definisce nel capitolo 25 del Principe:

«Nondimanco, perché il nostro libero arbitrio non sia spento, giudico potere esser vero, che la fortuna sia arbitra della metà delle azioni nostre, ma che ancora ella ne lasci governare l’altra metà, o poco meno, a noi. Ed assomiglio quella ad fiume rovinoso, che quando ei si adira, allaga i piani, rovina gli arbori e gli edifici, lieva da questa parte terreno, ponendolo a quell’altra; ciascuno gli fugge davanti, ognuno cede al suo furore, senza potervi ostare; e benchè sia così fatto, non resta però che gli uomini, quando sono tempi quieti, non vi possino fare provvedimenti e con ripari, e con argini, immodochè crescendo poi, o egli andrebbe per un canale, o l’impeto suo non sarebbe sì licenzioso, nè sì dannoso.
Similmente interviene della fortuna, la quale dimostra la sua potenzia dove non è ordinata virtù a resistere, e quivi volta i suoi impeti, dove la sa che non sono fatti gli argini, nè i ripari a tenerla…
Conchiudo adunque, che, variando la fortuna, e gli uomini stando nei loro modi ostinati, sono felici mentre concordano insieme, e come discordano sono infelici. Io giudico ben questo, che sia meglio essere impetuoso, che rispettivo, perché la Fortuna è donna; ed è necessario, volendola tener sotto, batterla, ed urtarla; e si vede che la si lascia più vincere da questi che da quelli che freddamente procedono. E però sempre, come donna, è amica de’ giovani, perché sono meno rispettivi, più feroci, e con più audacia la comandano». 

La Fortuna (il caso, gli eventi della vita) è donna. Il principe deve sottometterla, batterla, violentarla, per imporre l’ordine politico del potere.

Sottomettere l’imprevedibile creatività dell’esistenza alla razionalità politica e ai dogmi dell’economia è passaggio essenziale alla modernità. La vita quotidiana della società, femminilmente imprevedibile e capricciosa, deve subire questo potere, se vuole poter avere accesso alla civiltà moderna.

La volontà maschile di riduzione cognitiva e di governo politico diventa allora impotente, e l’impotenza diventa la categoria essenziale dell’epoca

La politica ha funzionato fin quando la razionalità politica è stata effettivamente in grado di governare l’infinita varietà degli eventi, fin quando cioè il divenire reale procedeva a velocità conoscibile, controllabile e governabile dal cervello collettivo. Ma quando la realtà degli eventi del mondo si mette a correre alla velocità pazzesca della macchina globale, quando le aspettative biografiche individuali schizzano proliferando da tutte le parti grazie alla ricchezza della cultura, dei media, dell’eros, a quel punto la razionalità politici si rivela incapace di conoscere, figuriamoci poi governare il flusso scatenato dell’informazione e degli eventi dell’esistenza collettiva. La volontà maschile di riduzione cognitiva e di governo politico diventa allora impotente, e l’impotenza diventa la categoria essenziale dell’epoca.

Limpotenza

Se vogliamo capire qualcosa del fascismo contemporaneo dobbiamo vederlo come reazione rabbiosa all’impotenza. La rabbia degli impotenti è più forte delle promesse di democrazia cui nessuno sano di mente crede più. L’impotenza è il tratto dominante dell’epoca presente. Il presidente che si presentò sulla scena del mondo dicendo Yes we can stava in effetti recitando le parole di un esorcismo, e per questo gli americani lo votarono. Prometteva un ritorno della potenza, ma l’esperienza ha smentito l’esorcismo. Non possiamo chiudere Guantanamo, non possiamo impedire a ogni demente di comprare armi micidiali sotto casa, non possiamo chiudere la guerra in Afghanistan e neppure quella in Iraq, non possiamo mettere sotto controllo le grandi banche di investimento. Possiamo fare una mezza riforma sanitaria che il giorno dopo qualcuno cancellerà. Il potere politico è impotente perché la velocità degli eventi del mondo è sfuggita alle tecniche di regolazione, e la ragione regolante non regola più niente.

L’impotenza è la chiave concettuale per capire qualcosa del disastro in corso. I maschi bianchi senescenti si ribellano rabbiosamente alla loro impotenza sessuale e politica e scatenano un’ondata di violenza razzista e sessista, e alla fine votano per figuri fisicamente e moralmente ripugnanti come Nigel Farage, Donald Trump e Beppe Grillo. I maschi islamici si ribellano rabbiosamente alla loro impotenza sessuale e politica e brandiscono il loro dogma come un’arma per colpire la femmina, cancellandone il viso e l’esistenza.

Linconscio maschile disturbato

L’inconscio disturbato del maschio occidentale senescente si scopre impotente e non ha più strumenti per governare il futuro. L’inconscio del maschio colonizzato si ribella all’umiliazione eterna e reagisce col desiderio di sterminio e di morte.

Poiché la politica è incapace di curare la depressione e di organizzare l’autonomia sociale, sarà l’estetica a offrirci una bussola: la scienza del percepire, dell’annusare e dell’immaginare nuove forme. Ma questa è una scienza femminile.

Ecco perché la gigantesca manifestazione nelle città nordamericane del 21 gennaio potrebbe contenere elementi di innovazione storica. Non credo che il movimento delle donne sia una nuova identità politica, o un’avanguardia di un movimento politico: si ridurrebbe a un lamento sui diritti negati, a una rivendicazione di democrazia politica e uguaglianza di genere. Otterrebbe l’appoggio sincero di Blair e sarebbe morto in sei mesi.

Le donne americane si sono ribellate contro un uomo che è il perfetto rappresentante della violenza degli impotenti. Dalla loro rivolta potrebbe emergere uno stile di azione che non appartiene più al territorio vuoto del potere politico 

La battaglia del tempo presente non ha più niente di politico: la politica è un territorio vuoto che la società sta abbandonando. Il territorio della battaglia ora è l’inconscio: l’inconscio bianco americano, gonfio di birra e obnubilato dalla demenza senile, dopo otto anni di governo del presidente nero, colto, bellissimo e sobrio, ha reagito con un grugnito di rabbiosa impotenza. Le donne americane si sono ribellate contro un uomo che è il perfetto rappresentante della violenza degli impotenti. Dalla loro rivolta potrebbe emergere uno stile di azione che non appartiene più al territorio vuoto del potere politico.

Purezza e carnalità

Madonna lo ha detto con genialità. Prima delle elezioni ha promesso un pompino indimenticabile a chiunque decidesse di rinunciare a votare per Trump. Sublime esempio di sprezzante ironia, dichiarazione di indipendenza dall’ipocrita giudizio di milioni di bavosi panzoni. Dopo le elezioni, Madonna è comparsa alla manifestazione del 21 gennaio a Washington ripetendo cento volte fuck you al flaccido idiota del Ku Klux Klan che occupa il seggio di maschio alfa.

Ascoltandola mi è tornato in mente Camille Paglia che nei suoi libri traccia una discriminante fondamentale tra puritanesimo binarizzante e carnalità cattolica. Nella storia passata del femminismo si sono fuse due culture che oggi si rivelano incompatibili. Quella puritana anti-carnale e moralista, perfetta alleata del riformismo blairiano, e quella carnale, promiscua, debordante. Se prevalesse il moralismo protestante travestito da anti-facismo, l’anti-fascismo sarebbe tanto poco sexy che per sempre vivremo (o forse morremo) sotto il suo dominio.

Se prevale la leggerezza di Madonna, lo sberleffo irresponsabile e felice, allora forse finalmente la storia si scoprirebbe donna e si toglierebbe i paramenti sacri della razionalità politica e della compatibilità economica. In questa battaglia interfemminista non è in gioco soltanto la natura del femminismo a venire, ma anche della futura società.

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