Scegliere la vita

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Manovrare un gommone è già difficile quando incontri le onde di qualche nave grande o quelli del tempo cattivo. Vanno spezzate quelle onde fendendole a metà. Attraccare una nave mercantile, che a bordo ha 43 naufraghi da quasi venti giorni, è una cosa difficilissima. Farlo mentre i mezzi della guardia di finanza si oppongono è una operazione che riesci a portare a compimento solo se hai assunto una decisione profonda.

Carola Rackete l’ha presa stanotte quella decisione. Deve essere stato bello prenderla. Deve aver avuto quella decisione il sapore della giustizia, che per molti dei miei compagni è ed è stata una ragione di vita. Molte esistenze per fortuna, sono impregnate di questo sapore. E le manifestazioni di questi giorni, le operazioni delle tante navi delle ong, e i corpi e le menti dei tanti migranti che scelgono di attraversare la morte sono tutte manifestazioni del tentativo di avere una vita degna.

Le onde che stiamo fendendo sono le onde di una Europa diventata una confederazione di banche, che ha asfaltato il principio di solidarietà sotto il cemento armato dei vincoli di bilancio. La disastrosa situazione sociale ha generato reazioni istintuali, per cui non è raro vedere le coscienze più smosse dal furto in una villetta che dal tentato omicidio di uno Stato nei confronti di 43 disperati. In una situazione così buia ogni strappo emana una luce particolare, più intensa: le città che aprono il loro porto, le manifestazioni delle donne che assomigliano a fasci di sole, le navi, questa nave, che aprono un conflitto istituzionale profondo. E non abbiamo alcun dubbio a dire che siamo dalla parte della ragione. Di una ragione rotonda, nutrita all’inverosimile di carte fondamentali e dichiarazioni universali dei diritti dell’uomo.

Chi scrive non crede in dio, ma crede nell’uomo. E nella diversità degli uomini. Tutte le confessioni religiose dovrebbero mobilitarsi a fianco dei migranti, tutti i movimenti, in tutto il mondo. Perché se è fin troppo chiaro che nessuno ci vede nelle cabine elettorali è altrettanto evidente che di fronte a questo neodarwinismo sociale, di fronte a questo osceno razzismo nessuno può dire a sé stesso di non essere stato avvisato.

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