Micro-Music per clubber

Sconfinamenti sonici della Biennale Musica

Prof Bad Trip Grateful Dead - Omaggio a Jerry Garcia 1996 acrilici su tela cm 60x140
Prof Bad Trip, Grateful Dead - Omaggio a Jerry Garcia (1996). Courtesy Galleria Il Mascherino.

Micro-Music, questo il titolo del 67° Festival Internazionale di Musica Contemporanea – Biennale Musica, che si svolgerà a Venezia dal 16 al 29 ottobre 2023, al terzo anno di direzione da parte della compositrice Lucia Ronchetti, che qualche anno fa avemmo la fortuna di re-incontrare qui su OperaViva Magazine nell’indimenticabile opera corale Inedia Prodigiosa sull’inesorabile svuotarsi del corpo di giovani donne digiunatrici. E siamo felici ci abbia donato una perfetta guida evocativa all’iridescente caleidoscopio di queste due settimane veneziane:

Nel festival sul suono digitale e sulle nuove tecnologie sonore sono presenti artisti mitici come Brian Eno, ricercatori di giardini pensili sonori come Louis Braddock Clarke, DJs e poeti sonori come Jace Clayton e Soft Break, sensibili sound artists che ascoltano l’ambiente veneziano come Alberto Anhaus, demiurghi di flussi sonori elettrici con John Zorn e Kali Malone, attivisti del suono digitale come Brigitta Munterdorf e David Shongo, grazie a loro Venezia e la laguna emergono come strumento musicale auratico globale, generatore di suoni concreti unici, di stili musicali storici fondanti e di grandi sogni uditivi.

Si tratta di un ricchissimo programma, interamente dedicato al suono e alle sonorità digitali ed elettrificate diffuse e vissute dal pubblico nello spazio acustico attraverso immersioni soniche sospese tra istallazioni, performance, concerti, happening, sperimentazioni, radiofonia, incontri, tavole rotonde, lecture e ricerche in progress.

Brian Eno e la s-confinata Europa elettronica passata e a venire

Domenica 22 ottobre riceverà il Leone d’Oro alla carriera l’immenso Brian Eno, eclettico ed elettrico artista a tutto tondo, (non-)musicista, compositore, produttore, artista visivo e molto altro ancora, ad esempio attivista ecologista e in favore del reddito di base come strumento di promozione dell’intelligenza collettiva (the Basic Income is needed to serve the creative genius of the community), che il giorno precedente presenterà al Teatro La Fenice la prima esecuzione assoluta del suo progetto Ships per solisti e orchestra amplificata e che negli ultimi tempi ha incrociato quel bulimico produttore di elettronica da cameretta under-30 di estremo successo globale che va sotto il nome di Fred Again… con il quale ha da poco realizzato l’album Secret Life, 45’ di rallentatissimo, dilatato, evanescente esperimento sonoro, sospeso tra bassi post-dub, silenzi abissali, miracolose voci dilatate, melodie accennate e campionamenti di ecolalie ritornanti in assenza di beat, con molto ambient (pure troppo!), uscito per l’etichetta indipendente Text Records del vero genietto dell’elettronica degli ultimi decenni, cioè il quasi cinquantenne londinese Kieran Hebden aka Four Tet. E così brindiamo a queste programmatiche e talentuose relazioni intergenerazionali britanniche, della nostra amata, vecchia Europa sonica, che continua a diffondere, sconfinando al futuro, sonorità e gioia, malgrado e contro tutti i nazionalismi!

Perché siamo e saremo sempre dalla parte di Alberto Savinio:

Non credo possibile una musica “nazionale” inglese. [… in] Questo nostro tempo, così spaventosamente reazionario, pieno di cadaveri tenuti su coi puntelli. [Perché] Gli uomini consumano la vita a rimpiangere quello che è morto e ad aspettare che rinasca.
(Alberto Savinio, Musica nazionale inglese, senza data, ma presumibilmente 1946, in Scatola sonora, Einaudi, 1977, già 1955).

Proprio per respingere queste eterne retrotopie che ci tentano, ammorbano e incupiscono e giocare invece sui cortocircuiti retrofuturistici torniamo al Micro-Music Festival, che in me evoca il μ – micro (al secolo Claudio Del Proposto), synth e tastiere di quella meteora di siderale musica electro-ambient del trio Youarehere (con i piccoli gioielli di As When The Fall Leave Trees, 2012 e Propaganda, 2015), ora dispersi nell’asfittico panorama (poco) elettrico di Roma e del Belpaese.

Lisergiche tecno-mutazioni retrofuturistiche del Prof. Bad Trip

Così qui a Venezia abbiamo sei sezioni in due settimane di intensa, entusiasmante programmazione: Sound Microscopies, Sound Installations/Sound Exhibitions, Stylus Phantasticus-The Sound Diffused by Venetian Organs con cinque organisti che suoneranno cinque storici organi veneziani; Club Micro-Music; Sound Studies; Digital Sound Horizons. Appare evidente quanto sia impossibile sintetizzare. Forse solo evocare qualche occasione, da cogliere, al volo o meno.

In Sound Microscopies potremo festeggiare, in loro assenza, i sessant’anni di due formidabili sperimentatori, troppo prematuramente scomparsi, ma con le loro opere che continuano a brillare di oscura lucentezza: il compositore Fausto Romitelli (Gorizia 1963 – Milano 2004) e l’artista visivo, fumettista, disegnatore, pittore Gianluca Lerici (La Spezia 1963 – 2006), meglio conosciuto come Professor Bad Trip. Il 23 ottobre al Teatro Piccolo Arsenale verranno infatti riproposte le tre lezioni del Prof. Bad Trip composte tra il 1998 e il 2000 da Romitelli, ispirato dalla poetica di Henri Michaux, quando sperimentò gli effetti della mescalina sulla musica:

La musica – lo capivo ora – è un’operazione per sottrarsi alle leggi di questo mondo, alle sue durezze, alla sua inflessibilità, alle sue asprezze, alla sua solida disumana materialità.
(in Henri Michaux, Conoscenza degli abissi, Quodlibet, 2004, La mescalina e la musica, p. 78, ed. or. 1967).

E l’omaggio di Fausto Romitelli, con quest’opera sospesa tra avanguardie distorsive, cupe dissolvenze, rumoristiche intrusioni, psichedeliche cavalcate e rilassate pause, è in favore della rivoluzione grafica, visiva, estetica portata avanti dal Professor Bad Trip, nostro fratello maggiore e Maestro nell’underground dei Novanta, dalla lisergica capacità immaginifica, cyber-punk, tecno-sovversiva, eretico-mutante. Ossia, tutta quella sconfinata ricchezza di empatica mescolanza sonica sospesa tra rave new world e (micro-)club culture, dall’Haçienda post-situazionista di Manchester/Madchester alla cassa dritta in squat e street parade dei movimenti autonomi e precari, da Berlino post-1989 alle EuroMayDay, dalle TAZ nelle fabbriche abbandonate dalla società post-industriale, alle feste notturne, dub, hip-hop, ragamuffin e proto-tekno nelle facoltà occupate dalla Pantera 1990.

Clubber di tutto il mondo, non vi disunite!

E tutti questi scenari, riversati al futuro, riemergeranno inevitabilmente nella sezione che la Biennale Musica dedica al Club Micro-Music presso il Teatro alle Tese dell’Arsenale, dove sono stati convocati migliori dj, producer, remixer, sound designer della scena elettronica globale, assecondando un movimento continuo di suoni e danze, flâneuse e partygiani, pinocchietti e maghette, in eterno corteo in giro per i mille piani e mondi, tra sbandamenti, chaos e ritmo.

Si inizia il 20 ottobre con La notte di Sonic Acts Amsterdam, si passa quindi per Lamin Fofana, producer di stanza a New York City, proveniente da Sierra Leone e Guinea, con la sua elettronica che attraversa confini spazio-temporali, in compagnia di Jerome Ellis, Jace Clayton aka Dj/Rupture, nella Notte di Battiti, sabato 28 ottobre, dopo aver attraversato le scurissime sonorità dell’oramai storica etichetta londinese di dubstep, grime e molto altro Hyperdub, con la presenza del suo fondatore Steve Goodman aka Kode9 insieme alle incursioni emo-elettronice di Loraine James nella Notte di Nero, il 27 ottobre sempre al Teatro alle Tese dell’Arsenale. Stesso luogo dove domenica 29 sera saranno diffuse le riflessive e ricorsive sinfonie cinematografiche del poliedrico e prolifico compositore Robert Aiki Aubrey Lowe, insieme con quelle di Nicolas Becker.

E, in mezzo, le incandescenti e insondabili scosse elettroniche del duo mancuniano, ancora una volta Man(/d)chester, degli oramai cinquantenni Sean Booth & Rob Brown, ossia gli immensi Autechre, da trent’anni sulle nebulose scene delle loro sperimentazioni e dei nostri sogni elettrici.

Incunabula di mondi sonici a venire, sulla laguna di Venezia, subito prima di Ognissanti e dei defunti: spettrali evocazioni elettroniche che sarà impossibile dimenticare. Qui e ora. Per sempre.

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