La bella giornata, Jo!

Per Giovanna

Passaggio tra le sfingi, 2022, clay and lacquer on canvas ok
Andreas Zampella, Passaggio tra le sfingi (2022).

Con Giovanna, la nostra Jo – come March, come Squillo – era sempre un prendere la vita e la giornata dal verso giusto, malgrado tutto. E ora che non possiamo più pronunciare, scrivere, leggere, dire parole e chiacchiere, da commentare e rilanciare, riprendo quelle che abbiamo messo in comune, per sostenermi in questo vuoto, che in parte è sempre anche un pieno, forse, per fortuna.

«Spalanca il finestrone, e la bella giornata entra tutta, di colpo, nella stanza, un’esagerazione di luce».

Questo il motto condiviso, dalle comuni riletture infinite di La Capria, da feriti a morte, fosse ciascuno di noi a Roma, tra la vista aperta su monte Mario e piazza Vittorio, oppure al tavolo e al bancone di qualche bar o trattoria, da Danilo a piazza dei Siculi, sempre, oppure, a Napoli, appunto, quindi Genova, Venezia, Paris, Berlin, London calling e nella sua amata, «Cava magica», dove mai sono stato, nonostante gli inviti, maledetto tempo perso.

Soprattutto con Jo era un continuo stare dalla parte imprevista di ragionamenti e luoghi comuni: una specie di attitudine gioiosamente intempestiva, che spariglia sempre le carte in tavola, a partire da quelle meste che spesso ci capitavano a tiro. Perché il piano, da far saltare o da progettare, era, è, sempre un altro!

E voglio pensare che Jo se n’è andata da qui il giorno del centenario di Angelo Maria Ripellino e della sua e nostra Praga magica (come Cava), dove a un certo punto ecco che «piuttosto che i filosofi e i pedagoghi sono i clowns, le ballerine, gli acrobati e i turisti i veri poeti moderni […] la nostra arte era vicina ai jougleurs, alle cavallerizze, e ai trapezisti, piuttosto che ai maghi dei riti religiosi». E dei riti politici, ideologici, direbbe Jo, ancora oggi.

Così decidemmo di commentare insieme quel passo de Il manifesto dei comunisti (nell’edizione a cura di quel pessimo acronimo di C17) sul capitale come potenza sociale, prodotto collettivo, dalla società fabbrica, ai cervelli in rete: «rompicapo per intelligenze che vogliono essere al servizio dell’insorgenza. Che utilizzano gli strumenti del passato per scardinare le porte del futuro. Inventano il futuro, praticano il presente, immaginano il passato».

Lo rifacciamo, adesso, Jo?

Jo, sempre con noialtre, qui e ovunque, a partire da OperaViva, anzi corro a vedere i messaggi che sono sicuro mi avrà già scritto di un film da vedere, uno spettacolo da non perdere, una mostra da inaugurare, un libro da leggere, una bottiglia da stappare, uno spazio occupato da visitare, un articolo da scrivere, a quattro mani, con Jo.

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