L’autore siamo noi

Polifonia e dissonanza del lavoro intellettuale

5. Istubalz, Apocalisse (2020)
Istubalz, Apocalisse (2020).

Quando esce Scrittura e movimento per Marsilio, Bifo ha 25 anni e ha già pubblicato, per Feltrinelli nel 1970, Contro il lavoro. Lo sviluppo al capitale, il potere agli operai. Si tratta, quindi, del suo secondo libro, preceduto da un lavoro collettaneo con Roberto Alonge, Paolo Bertetto e Roberto Tessari su Cultura, lavoro intellettuale e lotta di classe, uscito per Guida nel 1973, dove Bifo pubblica il saggio Prassi e scrittura, che dà inizio alla ricerca ulteriormente sviluppata nel saggio del 1974. A questi seguiranno, nel 1977, i saggi Teoria del valore e rimozione del soggetto. Critica dei fondamenti teorici del riformismo, per Bertani, L’ideologia francese. Contro i nuovi filosofi (insieme a Pierre Rival e Alain Guillerme), il romanzo sperimentale Chi ha ucciso Majakovskij? entrambi per Squilibri, e il dossier Primavera ’77. Tesi e problemi del movimento, per Stampa alternativa. Nel 1978 usciranno Finalmente il cielo è caduto sulla terra, sempre per Squilibri e pubblicato anche in francese per Seuil, e La barca dell’amore s’è spezzata, per Sugarco. A questa febbrile attività seguirà la bonaccia depressiva degli anni Ottanta, attraversata, tra New York e la California, grazie a una nuova serie, oggi quasi clandestina, di A/traverso, a una prima riconsiderazione del movimento del Settantasette, e a un’incessante ricognizione dell’immaginazione visionaria e dei materiali resistenti degli altri Ottanta.

Ma per tornare alla produzione degli anni Settanta, se i testi usciti tra il 1977 e il 1978 sono indissolubilmente legati alla sperimentazione estetica e militante della rivista “A/traverso”, fondata nel 1975, e di “Radio Alice” che iniziò le trasmissioni nel 1976, con Scrittura e movimento ci troviamo in una fase precedente che potremmo chiamare di transizione tra l’esperienza del Sessantotto e la militanza in Potere operaio, da un lato, e l’autonomia operaia con l’esplosione dell’avanguardia di massa del Settantasette, dall’altra. Una trasformazione radicale molto sinteticamente riassumibile come il passaggio dalla modernità alla postmodernità. In questo testo, insomma, Bifo prefigura ciò che sarebbe accaduto di lì a poco ponendo le basi di un’estetica operaista che, senza rinunciare alla sua radicalità, rimane, allo stesso tempo, all’altezza delle radicali trasformazioni dei processi produttivi che stavano investendo le società occidentali. E lo fa da un punto di vista estetico, intuendo che le società postmoderne radicheranno il loro potere prima di tutto nel nostro sentire, nel nostro apparato percettivo e nelle forme espressive della nostra relazione con il mondo.

Ecco perché questo, che avete appena letto o state per leggere, è uno dei testi più importanti nella vasta produzione di Bifo, un piccolo classico di quella teoria radicale che, nata in Italia tra gli anni Sessanta e Settanta, ha conquistato, sempre di più in questi ultimi anni, la scena culturale internazionale. E non a caso l’autore continuerà a sviluppare i temi affrontati in queste pagine lungo tutti gli anni Novanta e poi ancora nel nuovo millennio, come in Respirare. Caos e poesia che sembra essere una sorta di figlio high-tech tutto fatto di silicio, di questo libro che state leggendo e dove si respirano e si sentono ancora, per l’ultima volta, gli odori e i rumori delle officine FIAT.

Scrittura e movimento consiste, in buona parte, nella Tesi di laurea in Estetica che Bifo avrebbe discusso con Luciano Anceschi all’Università di Bologna, ed è stato scritto quasi tutto nel 1972, con l’aggiunta del primo testo Mirafiori è rossa, che è stato scritto subito dopo l’occupazione della FIAT nella primavera del 1973. Un lavoro nato, come ricorda l’autore nella sua nuova Introduzione, a casa di Nanni Balestrini e che risente fortemente di tutto il clima della Neoavanguardia e del lavoro di Balestrini stesso, che nel 1971 aveva pubblicato Vogliamo tutto. A questo clima si aggiungeva la critica spietata di Alberto Asor Rosa che con Scrittori e popolo, pubblicato nel 1965 da Savelli, aveva fatto a pezzi il populismo intrinseco della cultura e della letteratura italiana. E, ancora, la militanza politica e l’esperienza vissuta dall’autore nell’industria culturale dell’epoca (tra il 1970 e il 1973 Bifo scriverà, su commissione e sotto pseudonimo, alcuni romani erotici della serie “I libri della notte” delle edizioni Kermesse). Senza dimenticare la lettura fondamentale di quelle Tesi sull’intellighenzia scientifica di Hans-Jürgen Krahl, che qui non vengono mai citate esplicitamente – lo saranno, e abbondantemente, in Teoria del valore e rimozione del soggetto ‒, ma che in italiano erano state già pubblicate sui “Quaderni piacentini” nel 1971, e la cui influenza è comunque evidente in queste pagine. Non a caso, proprio tra il 1972 e il 1973 Bifo sarà più volte a Francoforte, a fare inchiesta sugli operai della Opel, insieme a quei ricercatori militanti che con Krahl avevano partecipato al Sessantotto.

Quali sono, dunque, le questioni intorno a cui si sviluppano queste pagine, quale il problema estetico-politico intorno a cui si ragiona, quali le domande?

1. Una radicale trasformazione del processo produttivo ha determinato una proletarizzazione del lavoro intellettuale: Che cos’è diventato, allora, e come funziona il lavoro culturale?

2. Quando l’avanguardia diventa di massa, le pratiche significanti non possono più essere quelle ereditate da una tradizione moderna basata sulla separazione tra lavoro intellettuale e lavoro manuale: Che cosa diventano, allora, la letteratura, le arti e la loro teoria?

3. La Neoavanguardia ha costruito il canone di una nuova letteratura che esprime la natura profonda delle società occidentali a capitalismo avanzato, ma radicalizzando ulteriormente questa linea critica bisogna chiedersi: Che cos’è un’estetica anti-idealista e materialisticamente piantata nel mondo? E infine, come sintesi di quanto precedentemente sviluppato: Che cos’è, e chi è, oggi, l’autore?

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Questo testo è un estratto dall’Introduzione alla nuova edizione di «Scrittura e movimento» (ombre corte, 2021)

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